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Doc Toscana

ISSN: 1593-2176.

Doc Toscana è stata ideata nell’aprile del 2001 e, edita da Le Lettere, è uscita in edicola e libreria nell’ottobre dello stesso anno. Ospitava quel primo numero le firme dei suoi fondatori. Da quelle di Paolo Benesperi e Giovanni Gentile a quelle di Marialina Marcucci e Cristina Acidini Luchinat, da quelle di Franco Camarlinghi e Mauro Grassi a quelle dei redattori Giovanni Nardi, Enrico Gatta, Cristina Jandelli con il direttore Riccardo Monni. Tra i collaboratori, molti dei quali divenuti col tempo punti di riferimento stabile per i lettori, c’erano già Luigi Donato, Riccardo Varaldo, Giovanni Bechelloni, Sergio Givone, Alba Donati e Marco Tarchi. Nata per essere terreno sgombro da pregiudizi, sul quale poter confrontare idee anche in antagonismo, ma comunque caratterizzate da una forte spinta riformista e innovativa, Doc ha saputo mantenere questa sua posizione con grinta e coerenza toccando argomenti diversi. In un’ottica circolare, di tipo umanistico, ha dedicato i titoli di copertina e di conseguenza tutte le sue pagine interne ai temi della Libertà, della Globalizzazione, del Welfare, della Bellezza, della Responsabilità, della Paura, delle Frontiere, della Comunicazione, della Scuola, dell’Europa, della Casa e della Povertà. Questo ha fatto estendendo e sovrapponendo saggi e inchieste, esperienze in campo letterario e scientifico, laboratori politici a pratiche solidali. Oltre settecento personaggi al cui pensiero e alla cui opera si rivolgono università e istituzioni toscane, nazionali e internazionali, hanno dato a Doc i loro contributi di esperienza, studio e sensibilità. Stabilmente hanno collaborato analisti di fama come Alessandro Petretto, Giuseppe De Rita, Stefano Casini, Mauro Lombardi; storici del calibro di Sergio Bertelli, Franco Cardini, Ernesto Ferrero, Marcello Flores, Franco Franceschi e Roberto Mancini; letterati come Chiara Frugoni, Maite Bulgari, Michele Rak, Marco Santagata; uomini di scienza come Paolo Blasi, Giampiero Maracchi, Marco Rosa-Clot, Giovan Battista Cassano e Umberto Bigozzi; storici dell’arte del livello di Antonio Paolucci, Philippe Daverio, Mario Lolli Ghetti e Sergio Risaliti. Un lungo elenco che ovviamente non può non tenere conto dei contributi politici che vanno da quelli di Romano Prodi e Domenico Fisichella a quelli di Carlo Rognoni e Riccardo Migliori. Insomma in tre anni di vita Doc ha saputo raccogliere pensieri dispersi in un contenitore rispettoso e curato. Certo la redazione non ha mai negato la sua vena riformista e la sua collocazione nell’area del centro sinistra. Però lo fatto nella consapevolezza che la maturazione e la crescita degli schieramenti politici (in un Paese serio) avviene in un rapporto dialettico. Perciò se non c’è una destra affidabile è anche colpa della sinistra. E viceversa. Infatti come Doc scriveva nell’ editoriale del numero d’esordio il problema non sono gli schieramenti, ma qualcosa che si forma e costruisce prima, cioè la classe dirigente. A tre anni dalla nascita di Doc pensiamo che lavorare per aiutare i giovani emergenti a discutere fuori dalle ideologie, raffinando la loro capacità di cogliere il nuovo e organizzarlo nell’interesse della società toscana sia ancora un obiettivo valido che merita tutto l’impegno fin qui profuso dalla redazione.

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